AZIENDE E CERN: A TRENTO UN WORKSHOP SUI FUTURI RIVELATORI DI LHC
In vista della ripartenza dell’acceleratore LHC, i ricercatori dell'INFN coinvolti in esperimenti al Cern si sono incontrati i alla Fondazione Bruno Kessler a Povo (Trento) per una tre giorni di workshop sui progetti di potenziamento dei rivelatori. Hanno partecipato al workshop anche rappresentanti delle aziende coinvolte nelle attività di R&D per i rivelatori di LHC, al fine di promuovere l’interscambio con l’industria anche nell’ambito del programma europeo Horizon2020. Nei prossimi dieci anni, il Large Hadron Collider raggiungerà progressivamente una luminosità istantanea fino a cinque volte superiore a quella di progetto, accumulando una quantità di dati dieci volte superiore a quella raccolta fino a oggi. "L’esplorazione al LHC è solo all’inizio - spiega Anna Di Ciaccio, rappresentante INFN dell’esperimento ATLAS – stiamo già lavorando al potenziamento dei nostri rivelatori per essere pronti a riprendere dati nel 2015 con un’energia di LHC quasi raddoppiata e dare la caccia a nuove particelle". "Il programma di fisica ad alta luminosità (HL-LHC), è considerato di primaria importanza nella Strategia Europea per la Fisica delle Particelle e deve essere inteso come il motore per sviluppo di tecnologie d'avanguardia." ha commentato Nadia Pastrone, rappresentante INFN dell’esperimento CMS.
Sono circa 2000 gli italiani, tra ricercatori e ingegneri - il 16% degli utenti del CERN - che collaborano o lavorano stabilmente al CERN, provenendo in prevalenza dall'stituto Nazionale di Fisica Nucleare oltre che dalle Università italiane. |