IL CENTRO DI CALCOLO ITALIANO UNICO A RESISTERE AL SUPERLAVORO DI LHC

Copyright INFN L'utilizzo della foto e' gratuito previa autorizzazione dell'Ufficio Comunicazione INFNUn successo della ricerca italiana nella grande impresa scientifica dell'acceleratore di particelle LHC di Ginevra: il CNAF di Bologna, il centro di supercalcolo dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) è stato l'unico (su sette investiti del compito in diverse parti del mondo) a far fronte con successo ad una imprevista condizione di sovraccarico che si è verificata nei giorni scorsi. E quindi è stato in grado di portare a termine senza rallentamenti o blocchi la missione di realizzare la simulazione di miliardi di scontri di particelle. Simulazione indispensabile per distinguere gli eventi interessanti da quelli che non lo sono in una macchina come LHC che sta frantumando un record dietro l'altro nelle performance scientifiche.
E' proprio la grande, imprevista corsa di LHC infatti a portare i centri di calcolo a un punto critico. Attualmente la macchina è in grado di far scontrare pacchetti di 1.700 miliardi di protoni l'uno con una enorme quantità di eventi: il solo esperimento CMS, ad esempio, ne ha raccolti in questi primi cinque mesi già dieci volte tanti quelli raccolti nell'intero 2010. Insomma, una grande attività che però genera un fenomeno chiamato pile-up. In sostanza, un ''rumore di fondo'' crescente che va eliminato per distinguere con chiarezza un evento da un altro. Per eliminare il pile-up bisogna simularlo in modo efficace e questo implica enormi capacità di calcolo per la rete di centri di elaborazione dati su cui si appoggiano gli esperimenti di LHC. Il problema è stato affrontato in particolare dall'esperimento CMS che ha a disposizione 7 di questi centri chiamati Tier-1. Quando questi però sono stati ''investiti'' da un'attività particolarmente impegnativa legata alla necessità di elaborare miliardi di simulazioni, pur essendo strutture di altissimo livello, hanno avuto difficoltà anche notevoli, che andavano da forti rallentamenti al ''crash'' del sistema. Solo il CNAF, il centro di calcolo dell'INFN di Bologna, ha retto l'urto e ha portato a termine il suo compito, tanto che in sette giorni ha prodotto da solo la grande maggioranza dei 150 milioni di eventi simulati dai 7 Tier-1.
''Ciò dimostra come il CNAF fosse ben preparato e il suo personale motivato a raccogliere e vincere la sfida della più grande macchina scientifica esistente al mondo: il Large Hadron Collider''commenta Umberto Dosselli vicepresidente dell'INFN.
"Gli esperimenti di LHC mettono a dura prova soprattutto i sistemi di accesso ai dati.  Al CNAF, anche a seguito di sviluppi originali portati a termine negli anni scorsi, tali sistemi si sono dimostrati particolarmente robusti e performanti'' spiega Mauro Morandin direttore del CNAF.
''Si tratta del successo di un lavoro di squadra che coinvolge i team del CNAF, le operazioni di calcolo di CMS e la buona collaborazione con gli altri esperimenti al CNAF, primo tra tutti ATLAS'' afferma ha commentato Daniele Bonacorsi, project manager di CMS Computing.

 

 


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