Un omaggio a un grande scienziato, tra i maggiori esponenti a livello mondiale della fisica teorica e rappresentante di eccellenza della prestigiosa tradizione italiana e della scuola romana in questo ambito: oggi, 20 ottobre, alla Sapienza Università di Roma, si è tenuta la cerimonia di svelamento della targa in memoria di Nicola Cabibbo. Riconoscimento che, all’esterno dell’edificio del Dipartimento di Fisica, ricorderà i determinanti contributi di Cabibbo al progresso della fisica delle particelle italiana e internazionale.
All’evento hanno partecipato la rettrice dell’Università Antonella Polimeni, il presidente dell’INFN Antonio Zoccoli, il direttore del Dipartimento di Fisica di Sapienza Paolo Mataloni, il premio Nobel per la fisica 2021 Giorgio Parisi e il già presidente dell’INFN e già direttore generale del CERN Luciano Maiani.
“Sono molto contento della dedica a Nicola e di aver svelato questa targa nella piazzetta antistante il Dipartimento di Fisica della Sapienza.” Commenta Luciano Maiani e aggiunge, “è un riconoscimento assolutamente dovuto: Nicola è stato il nostro eroe per tanti anni. Per me, ha aperto la strada verso la fisica delle particelle. Credo che anche gli studenti siano felici di questo riconoscimento nella propria università.”
Nicola Cabibbo è stato un grande protagonista della fisica del ‘900, ha dato contributi fondamentali alla fisica delle particelle e ha ricoperto un ruolo di primo piano nella storia dell’INFN, di cui è stato presidente in una fase significativa: sotto il suo mandato sono stati, infatti, inaugurati i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. È stato la figura di riferimento di un gruppo di ricerca di eccezionale forza e impatto sulla comunità scientifica internazionale. Il valore del suo insegnamento è testimoniato dai numerosi allievi, stretti collaboratori e colleghi, quali Guido Altarelli, Luciano Maiani, Guido Martinelli, Roberto Petronzio, Massimo Testa e Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021.
Nato Roma da genitori siciliani nell’aprile del 1935, si è laureato in Fisica all’Università di Roma nel 1958 con Bruno Touschek. È stato ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, di cui è stato presidente per nove anni, dal 1983 al 1992. Dal 1993 al 1998 è stato presidente dell’ENEA (allora Ente Nazionale per le Energie Alternative) e nel 1993 è stato chiamato a presiedere l’Accademia Pontificia delle Scienze.
La sua intuizione fondamentale è racchiusa in un articolo apparso su Physical Review nel 1963, uno studio considerato il più citato nel mondo della fisica e che, come lo stesso Cabibbo raccontò, ha permesso di spiegare alcuni misteri della fisica dell’epoca. Nell’articolo compare, infatti, la definizione di quell'angolo che verrà poi conosciuto come “angolo di Cabibbo”. Questo lavoro ha dato i suoi frutti con la successiva intuizione dell’esistenza dei quark, grazie ai lavori di fisici come Luciano Maiani, Sheldon Lee Glashow, Jean Iliopoulos, e poi con il contributo decisivo dei due fisici giapponesi che hanno ricevuto nel 2008 il premio Nobel, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa.
“Oggi per descrivere tutto quello che sappiamo sulle particelle elementari dell’Universo - ha raccontato Nicola Cabibbo - servono venti parametri: otto di questi sono direttamente legati all’angolo che porta il mio nome”.