L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia hanno siglato un importante accordo per la realizzazione di una linea di ricerca congiunta presso il CNAO. Come previsto fin dal progetto iniziale, la linea di ricerca consentirà di investire in ricerca e sviluppo per realizzare tecnologie d’avanguardia per
l’adroterapia sfruttando la sinergia tra le competenze dei fisici dell’INFN e dei medici e tecnici del centro di Pavia. Si completa così in Italia la prima facility interamente dedicata all'adroterapia. “L’INFN è orgoglioso di aver potuto applicare la sua tecnologia alla medicina e, grazie al rapporto di fiducia sviluppato con il CNAO, si propone per questo importante ulteriore sviluppo che porterà vantaggio ai pazienti” ha commentato Fernando Ferroni, presidente dell’INFN.
“L’accordo di oggi è il frutto di una lunga collaborazione iniziata anni fa per la costruzione del sincrotrone; da questo accordo nasceranno ulteriori sviluppi a vantaggio dei pazienti e della ricerca, e con interessanti prospettive di divulgazione all’estero di queste nuove tecnologie di cui potranno beneficiare anche le industrie italiane” ha dichiarato Erminio Borloni, presidente del CNAO.
Inaugurato quattro anni fa, Il CNAO è un centro di avanguardia per la cura dei tumori (adroterapia). E’, infatti, il secondo in Europa e uno dei pochi al mondo dove si eseguono trattamenti sia con protoni che con ioni carbonio, l'unico con marcatura CE e sperimentazione clinica effettuata per valutarne sicurezza ed efficacia.
Il cuore del CNAO è a un acceleratore di particelle realizzato dall' INFN che ha lavorato al progetto con le sezioni di Genova, Milano, Pavia e Torino e i Laboratori Nazionali di Frascati, Legnaro e del Sud. L’adroterapia è una forma di radioterapia che sfrutta l’estrema precisione garantita dall’impiego dagli acceleratori di particelle sviluppati per la ricerca di base in fisica. Le cellule tumorali vengono irradiate con fasci di protoni o ioni di carbonio (adroni) emessi da un acceleratore di particelle. Con questo metodo si possono colpire tumori senza danneggiare i tessuti circostanti, permettendo trattamenti di maggiore profondità e precisione rispetto a sistemi tradizionali.
Al CNAO, che nel dicembre 2013 ha concluso la fase di sperimentazione clinica, sono già stati trattati circa 180 pazienti.
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