LA MORTE DI NICOLA CABIBBO, IL COMMENTO DI ROBERTO PETRONZIO

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Oggi è morto un grande fisico, uno scienziato dotato di un pensiero profondo e un grande maestro. Questo è il commento di Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e suo allievo ai tempi dell’Università.
Nicola Cabibbo è stato tra i protagonisti assoluti della scuola romana di fisica e ha dato un contributo fondamentale all’INFN, di cui è stato il presidente in una fase importantissima: sotto di lui si sono inaugurati i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Fino agli ultimi giorni ha lavorato per l’INFN, dando il suo contributo come membro del comitato scientifico.
Roberto Petronzio ricorda di Cabibbo la grande calma che gli era propria, la lentezza creativa che gli permetteva di riflettere sempre a lungo su tutto e di trovare le soluzioni migliori. Che a volte erano anche rapide. I suoi allievi a volte passavano ore intere per cercare una soluzione a un problema: lui passava da loro nel tardo pomeriggio e trovava il modo di aiutarli a risolvere tutto.
“Dispiace - sottolinea infine Petronzio - che la sua carriera non sia stata coronata, come largamente meritava, del premio Nobel per la teoria che porta anche il suo nome”.

NICOLA CABIBBO era nato Roma da genitori siciliani nell’aprile del 1935, si è laureato in Fisica all’Università di Roma nel 1958 con Bruno Toushek. 
È stato ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e ne è poi diventato il presidente per nove anni dal 1983 al 1992. Dal 1993 al 1998 è stato presidente dell’ENEA (allora Ente Nazionale per le Energie Alternative). Nel 1993 era stato chiamato a presiedere l’Accademia Pontificia delle Scienze. Dal 2008 era entrato a far parte del Comitato scientifico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

La sua intuizione fondamentale è racchiusa in un articolo apparso su Physical Review nel 1963, uno studio considerato il più citato nel mondo della fisica.
In quel articolo compare la definizione di quell'angolo che verrà poi conosciuto come l’angolo di Cabibbo. Lo stesso Cabibbo spiegò che quell’articolo ha permesso di spiegare qualche mistero della fisica dell’epoca . Ha preceduto di pochi mesi l’idea dell’esistenza dei quark e ha spiegato come avviene il mescolamento tra diverse particelle dentro una sola.
Questo lavoro ha dato i suoi frutti, per l’appunto, con la successiva intuizione dell’esistenza dei quark, grazie ai lavori di fisici come Luciano Maiani (attuale presidente del CNR, anche lui a lungo presidente dell’INFN e direttore del CERN di Ginevra), Sheldon Lee Glashow, Jean Iliopoulos, e poi al contributo decisivo dei due fisici giapponesi che hanno ricevuto nel 2008 il premio Nobel, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa.
Il lavoro di Nicola Cabibbo ha permesso quindi di arrivare a ipotizzare che è nel mescolamento dei quark il motivo per cui oggi esistiamo noi, la Terra, le stelle, l’Universo fatto di materia. All’inizio di tutto, al Big Bang, l’Universo era infatti composto in ugual misura di particelle di materia e di antimateria destinate ad annichilirsi fra di loro senza lasciare traccia. Una asimmetria tra queste particelle, una piccola differenza tra materia e antimateria, ha permesso invece che la prima prevalesse, seppur di pochissimo, sulla seconda. Così oggi viviamo in un Universo fatto di materia.
“Oggi per descrivere tutto quello che sappiamo sulle particelle elementari dell’Universo - ha spiegato Nicola Cabibbo - servono 20 parametri. 8 di questi descrivono il mescolamento e sono direttamente legati all’angolo che porta il mio nome”.
Oggi il mescolamento tra particelle è alla base di una delle ricerche più importanti della fisica, quella attorno ai neutrini.

CENNI SULLA VITA DI NICOLA CABIBBO

E’ stato Nicola Cabibbo a raccontare la sua vita in poche battute spiegando di avere avuto i genitori entrambi siciliani, ma di essere cresciuto a Roma. Da piccolo avevo una grande passione per i libri sulle esplorazioni artiche, la Luna, l’astronautica e i giochi con l’elettricita?. Al liceo Tasso ero diventato amico di un radioamatore e avevo anche cominciato a costruire una piccola stazione radio, che non ho mai finito.
Cabibbo è stato un grande appassionato di fantascienza. Passioni e letture lo hanno spinto ad iscriversi a Fisica all’Università di Roma perché, spiegava “la Fisica allora era la regina assoluta delle scienze, con la scoperta e il dominio del mondo nucleare”. I suoi maestri saranno Edoardo Amaldi, Conversi, Toushek, Morpurgo, Fichera.
Al momento della tesi, il grande scienziato di origine austriaca Bruno Toushek (che avrebbe costruito nei laboratori INFN di Frascati la prima macchina al mondo per la collisione di materia e antimateria, AdA) assegna a lui, a Francesco Calogero (che sarà segretario del Gruppo Pugwash quando questo sarà insignito del premio Nobel per la pace) e a Paolo Guidoni una unica tesi di laurea da dividere in tre. Il tema ruota attorno alle interazioni deboli.
Laureato nel 1958, Nicola Cabibbo inizia la sua carriera di ricercatore nell’INFN e, rimanendone sempre associato, percorrerà un sentiero scientifico che lo porterà negli anni ‘60 a Ginevra e a Berkeley. “Ero nella città californiana quel giorno del 1963 quando Kennedy venne ucciso - racconta - ma capii che era accaduto qualcosa di grave solo la sera, quando uscendo dal laboratorio sentii nel campus un silenzio incredibile”.
Cabibbo ha insegnato anche a Princeton, Parigi, Chicago, New York, Syracuse, l’Aquila e nelle Università di Roma La Sapienza e Tor Vergata.

 

 


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