L’Università della Calabria e l’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, hanno firmato un accordo contrattuale per il potenziamento della sorgente a raggi X di STAR, l’infrastruttura di ricerca dell’Università della Calabria dedicata all’analisi avanzata dei materiali.
Migliorare le performance della sorgente a raggi X di STAR, l’infrastruttura di ricerca dell’Università della Calabria che opera nel vasto campo della scienza e della tecnologia dei materiali, per assicurare un’offerta flessibile e completa a tutti gli utenti che intendono operarvi. È questo l’obiettivo dell’accordo contrattuale tra l’Università della Calabria e l’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Ente Pubblico di Ricerca dedicato allo studio delle particelle e interazioni fondamentali, per la realizzazione e messa in opera di un potenziamento dell’attuale infrastruttura STAR, finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca in attuazione dell’Azione II.1 del PON Ricerca e Innovazione 2014-2020.
L’INFN, in linea con la sua missione specifica di favorire l’impiego, lo sviluppo innovativo e la valorizzazione delle proprie tecnologie nelle grandi infrastrutture scientifiche, ed in particolare quelle maturate nel settore degli acceleratori di particelle doterà la sorgente a raggi X di STAR di caratteristiche uniche nel panorama europeo, permettendo l’utilizzo di due distinte linee di fascio (beamlines) che opereranno ad energie e su materiali differenti.
“A partire dagli inizi degli anni 2000 l’INFN ha sviluppato presso i suoi Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) la fisica e la tecnologia dei foto-iniettori acquisendo una leadership internazionale nel settore”. Sottolinea Luca Serafini, ricercatore INFN, “Questa tecnologia, implementata nell’ambito dell’accordo siglato tra INFN e UniCal per l’aumento di energia del suo fascio di elettroni fino a 150 MeV, permetterà a STAR di utilizzare fasci di elettroni di altissima intensità per la generazione dei raggi-X di caratteristiche avanzate” .
Una linea di alta energia (fino a 350 keV) sarà dedicata alle indagini non invasive e non distruttive di oggetti e dispositivi anche in condizioni operative. Grazie al recente accordo stipulato tra Unical e Elettra Sincrotrone Trieste questa linea potrà operare sulla nuova stazione sperimentale di microtomografia µTomo2 dove sarà possibile produrre immagini tridimensionali ad altissima risoluzione di oggetti e manufatti ed esaminarne la composizione fisica e chimica. La seconda linea, di bassa energia (fino a 160 keV), opererà sulla stazione sperimentale SoftX e sarà invece dedicata all’indagine della materia biologica e, in generale, dalla cosiddetta materia molle (polimeri, bio-materiali).
STAR è concepita come una facility aperta ad utenti esterni che sfrutta il vantaggio di operare all’interno di un grande campus universitario. I ricercatori ospiti dell’infrastruttura potranno condurre i loro esperimenti nelle stazioni sperimentali di STAR anche in sinergia con altri centri internazionali e avranno l'opportunità di preparare i loro campioni e avviare immediatamente l'analisi dei dati ottenuti direttamente nei sei laboratori di supporto che completano l’offerta dell’Infrastruttura.
“Questo intervento di potenziamento”, afferma il prof. Riccardo Barberi, responsabile scientifico di STAR, “è caratterizzato da una forte integrazione con la “missione” dell’infrastruttura e avrà un deciso impatto non solo in campo scientifico e tecnologico ma anche in termini di ricadute sul territorio. I servizi che verranno erogati una volta che l’infrastruttura potrà operare a pieno regime avranno infatti un valore confrontabile con quelli forniti dalle grandi facilities di luce di sincrotrone. Ne potranno beneficiare sia la comunità scientifica nazionale e internazionale sia le imprese che operano nei campi della scienza e della tecnologia dei materiali, dal biomedicale fino ai materiali ad alta densità per l’industria manifatturiera”.