Sandro Squarcia, fisico, professore all’Università e ricercatore della Sezione INFN di Genova, di cui era stato anche Direttore, ci ha recentemente lasciati, dopo una breve ma implacabile malattia.
Sandro si era ritirato nel 2018, dopo una lunga carriera scientifica che lo aveva visto partecipare a importanti esperimenti di fisica delle particelle e di fisica medica, primo fra tutti DELPHI all’acceleratore LEP del CERN, e assumere ruoli gestionali apicali come la direzione della Scuola di Specializzazione in Fisica Sanitaria dal 2001 al 2007, la direzione della Sezione di Genova dal 2007 al 2015, successivamente il ruolo di Preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Genova, infine la direzione della Scuola di Specializzazione in Fisica Medica dal 2010 fino al suo pensionamento. Sandro ha continuato a mettere a disposizione della comunità la sua esperienza e il suo entusiasmo e quando la malattia lo ha colpito stava partecipando, come membro del comitato scientifico, alla definizione del programma scientifico del Festival della Scienza di Genova.
Sandro Squarcia aveva iniziato a interessarsi alla applicazione della fisica nella diagnostica e terapia medica a metà degli anni ’90. Le sue attività si sono concentrate sulle analisi quantitative di immagini mediche (TAC, RMN, SPECT, PET) e alla adroterapia. Nel 2005, insieme a Guido Rodriguez dell'ospedale S. Martino, ha avuto l'intuizione di lavorare sulle immagini del cervello nel difficile campo delle malattie neurodegenerative utilizzando metodi avanzati, ponendo le basi di quello che poi diventerà la medicina quantitativa con calcolo distribuito e la radiomica. Sandro è stato l'animatore del gruppo di fisica medica che si è formato nel Dipartimento di Fisica e nella Sezione INFN di Genova. Insieme a Piero Calvini, Andrea Chincarini e Gianluca Gemme ha iniziato a lavorare sulle immagini di risonanza magnetica cerebrale, sviluppando un metodo di valutazione dell'atrofia cerebrale nelle regioni più significative per la diagnosi di malattia di Alzheimer. Del 2011 è il primo lavoro di radiomica sulle risonanze magnetiche cerebrali, apparso sulla prestigiosa rivista NeuroImage, che va annoverato tra i contributi seminali della disciplina.
Quasi tutti i fisici che oggi operano nelle strutture sanitarie liguri, e non solo, si sono formati nella Scuola di Specializzazione in Fisica Medica dell'Università da lui diretta, che ha beneficiato non solo dell'entusiasmo e del carisma di Sandro ma anche delle sue notevoli capacità organizzative e gestionali. Sandro si è dedicato alla Scuola e ai suoi studenti con dedizione ed empatia, il suo entusiasmo si è tramesso a tanti giovani che portano oggi avanti la ricerca nel settore. Attorno alla Scuola è cresciuta e si è raccolta la comunità ligure dei fisici sanitari che oggi partecipa commossa al dolore della famiglia.
La sua passione per la divulgazione scientifica lo ha portato, durante gli anni della direzione INFN, a coinvolgere diverse scuole medie superiori nel progetto Extreme Energy Events (EEE). In particolare, a Savona grazie ad una attiva collaborazione con l'Associazione Giovani per la Scienza, alcuni soci dell'associazione stessa ed i ragazzi di tre istituti poterono partecipare alla costruzione ed alla gestione dei rilevatori di particelle.
“Chi conosceva Sandro da quando, studente, giocava assieme nella improvvisata squadretta di calcio dell’Istituto di fisica di viale Benedetto XV, - ricorda Piero Corvisiero, già direttore della Sezione INFN di Genova - prova un ricordo rispettoso e affettuoso. Molti di noi per mezzo secolo hanno percorso in parallelo la stessa strada e affiorano disseminati negli anni, moltissimi ricordi di Sandro, e inevitabilmente una incolmabile tristezza per la sua improvvisa assenza”. “Quello che colpiva era la sua gentilezza, la disponibilità ad ascoltare gli altri. Anche nei ruoli di responsabilità da lui ricoperti sia nell’Università che nell'INFN a Genova, ha sempre mostrato la sua umanità e il suo essere, per natura e senza affettazione, una persona buona, un vero grande signore”.