Il nuovo laboratorio dell’INFN a Torino ha ricevuto il Premio italiano di Architettura per il miglior edificio, promosso dalla Triennale Milano e dal MAXXI Museo Nazionale della Arti del XXI secolo. Il riconoscimento è stato assegnato allo studio ELASTICOFarm, che ha progettato l’edificio, nel corso di una cerimonia di premiazione che si è tenuta giovedì 13 luglio nella sede di Triennale Milano.
Il laboratorio si trova in Strada delle Cacce a Torino ed è un edificio semi-industriale dove sono prodotti e assemblati i componenti di grandi esperimenti di fisica nucleare, astrofisica e fisica delle particelle, come gli esperimenti che si svolgono al CERN di Ginevra.
La giuria del premio, composta da un gruppo di esperti nominati da Triennale e MAXXI, ha trovato nel progetto architettonico intitolato S-LAB “uno degli esempi più rappresentativi del lavoro di ricerca linguistico-tecnologica dello studio ELASTICOFarm. Conferisce un forte carattere a una tipologia edilizia teoricamente ‘generica’ trasformandola in occasione di ricerca. L’edificio, infatti, trasforma la tecnologia tradizionale per gli edifici produttivi, la prefabbricazione pesante in cemento armato, in un’occasione di sperimentazione a tutto campo nella sua relazione con il contesto, e nelle sue declinazioni ambientali, atmosferiche, percettive e paesaggistiche”.
“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia che il progetto di ELASTICOFarm si sia aggiudicato un premio così prestigioso.” Racconta Angelo Rivetti, direttore della sezione INFN di Torino e aggiunge: “Sono convinto che per la realizzazione dell’edificio, che ospita una gran parte dei laboratori INFN qui a Torino, anche la nostra attività sperimentale abbia fornito spunti per la ricerca e la sperimentazione architettonica. I più vivi complimenti all’architetto Stefano Pujatti e alla sua squadra.”
“S-LAB è un progetto di ricerca architettonica per un edificio dedicato alla ricerca nel campo della fisica fondamentale.” Spiega Stefano Pujatti, architetto dello studio ELASTICOFarm. “Il dialogo con l’INFN ci ha permesso di conoscere le attività di ricerca che conduce l’Istituto e come queste influenzano il nostro modo di pensare. L’edificio ha, infatti, una dimensione sperimentale e credo che la simbiosi che abbiamo creato tra le nostre due ricerche ci abbia permesso di raggiungere un grande risultato.”
Foto di Anna Positano, Gaia Cambiaggi - Studio Campo