La comunità della fisica fondamentale celebra oggi, 18 ottobre, al CERN, con un simposio dedicato alla sua straordinaria carriera scientifica, i novant’anni di Carlo Rubbia e i quarant’anni dal premio Nobel che gli è stato attribuito nel 1984 per la scoperta dei bosoni W e Z, avvenuta l’anno precedente. Ad aprire i festeggiamenti, è stato l’intervento di Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN. Sono seguiti i ricordi e le testimonianze di colleghe e colleghi del grande scienziato, che hanno ripercorso i suoi principali contributi alla fisica fondamentale: da Chris Llewellyn Smith a Gerardus't Hooft, da Samuel Ting a Lyn Evans, da Luciano Maiani a James Rohlf, da Amalia Ballarino a Hamid Ait Abderrahim, da Hesheng Chen ad Antonio Zoccoli che, nel corso dell’evento, ha consegnato a Carlo Rubbia la Medaglia INFN, il prestigioso riconoscimento che l’INFN conferisce a coloro che hanno contribuito in modo eccezionale a costruire la storia dell’Istituto.
“Oggi celebriamo la doppia ricorrenza dei novant’anni di Carlo Rubbia e dei quarant’anni dal suo Nobel per la scoperta dei bosoni W e Z, ripercorrendo la brillante carriera di un grande scienziato che ha segnato la storia della fisica”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “È stato un onore e piacere consegnare, a nome di tutta la nostra comunità, la medaglia INFN a Carlo, il contributo che ha portato e che continua a portare alla fisica fondamentale e alle attività scientifiche del nostro Istituto è unico e straordinario”.
Carlo Rubbia è stato insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1984 per la scoperta, l’anno precedente, dei bosoni W e Z, le particelle mediatrici dell’interazione debole. Il ruolo di Rubbia in questa scoperta è stato fondamentale non soltanto perché ha guidato l’esperimento UA1 al successo, ma anche perché ha avuto l’intuizione determinante per la sua riuscita: convertire l’acceleratore del CERN dell’epoca, il Super Proton Synchrotron, in un anello di collisione a più alte energie, in cui si scontrassero protoni e antiprotoni.
Rubbia ha segnato con le sue geniali intuizioni non solo la storia del CERN e della fisica con acceleratori, ma anche la storia dell’INFN: una per tutte, l’esperimento ICARUS, da lui progettato e dedicato alla fisica del neutrino, in funzione ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dal 2010 al 2014, e oggi al Fermilab negli Stati Uniti dove è stato integrato nel programma Short-Baseline Neutrino.
E la carriera di Carlo Rubbia non ha brillato solo per i suoi contributi scientifici: dal 1989 al 1993, Rubbia ha ricoperto l’incarico di direttore generale del CERN e, nel corso della sua storia professionale e istituzionale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, e ha ricoperto cariche e ruoli di responsabilità presso molte prestigiose istituzioni. Dal 2013 è senatore a vita della Repubblica Italiana.
Carlo Rubbia, laureato in fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1957, si trasferisce negli Stati Uniti, alla Columbia University, dove si dedica ai primi di una lunga serie di esperimenti nel campo delle interazioni deboli. Nel 1970 ottiene la cattedra di fisica all’Università di Harvard, dove insegna fino al 1988. I suoi esperimenti più importanti sono stati effettuati su diversi acceleratori di particelle negli Stati Uniti, al Fermilab e al Brookhaven National Laboratory, e al CERN. Qui, insieme a Simon van der Meer, sviluppò una serie di tecniche rivoluzionarie per creare e accumulare antiprotoni in un fascio ad alta densità, e portarli a collisione con un fascio di protoni a energie mai raggiunte prima, in un acceleratore di nuova concezione. Queste tecniche consentirono al gruppo dell’esperimento UA1 di rivelare l’esistenza delle particelle mediatrici dell’interazione elettrodebole, i bosoni W e Z, e a Rubbia e van der Meer di vincere il Premio Nobel per la fisica nel 1984. Nel corso della sua intensa attività di ricerca si è occupato anche di altri temi, come la fusione nucleare a confinamento inerziale, la realizzazione di un nuovo tipo di reattore nucleare a fissione basato sull’impiego del torio, la verifica della stabilità del protone, lo studio dei neutrini.