È recentemente scomparso Guido Pizzella, uno dei padri fondatori della ricerca sulle onde gravitazionali, che assieme a Edoardo Amaldi fondò, all’inizio degli anni ‘70, la ricerca sperimentale delle onde gravitazionali in Italia, progettando e guidando la realizzazione dei rivelatori a barre risonanti Explorer e Nautilus.
“Guido Pizzella è stato il pioniere della ricerca delle onde gravitazionali in Italia”, ricorda Eugenio Coccia, Chair del Collaboration Board di Einstein Telescope. “Aderendo alla visione di Edoardo Amaldi, dedicò tutto se stesso a questa ricerca, riuscendo a mettere già quarant’anni fa l’Italia in prima fila a livello internazionale e formando una scuola di fisici che ne hanno poi raccolto il testimone”.
“Guido Pizzella ha avuto un ruolo enorme nell’avvio e nello sviluppo della ricerca delle onde gravitazionali, lasciando un’impronta duratura nella comunità scientifica”, commenta Gianluca Gemme coordinatore della collaborazione Virgo. “Oltre al suo straordinario lavoro scientifico, Pizzella è stato anche un professore molto amato, influenzando profondamente molti suoi studenti e colleghi”, conclude Gemme.
Guido Pizzella è stato professore ordinario di Fisica e Fisica della gravitazione prima alla Sapienza Università di Roma e poi all’Università di Roma Tor Vergata, e ricercatore all’INFN. Agli inizi della sua carriera scientifica, Pizzella lavorò con James A. Van Allen e Scott E. Forbush nello studio della magnetosfera terrestre, portando dei contributi nello studio della stabilità delle fasce di Van Allen e dei meccanismi di accelerazione delle particelle. Sulla base dell’esperienza acquisita negli Stati Uniti, rientrato in Italia si dedicò alla progettazione e realizzazione di un esperimento per la misura del vento solare usando il primo satellite dell’ESRO (European Space Research Organization, ora ESA) a orbita eccentrica. Fu presidente del Gruppo Italiano di Fisica Cosmica (GIFCO) e fondatore e primo direttore del Laboratorio per il Plasma nello Spazio del CNR. Il suo interessamento alla fisica dei raggi cosmici non si è mai spento riaffiorando dopo il suo pensionamento, quando tentò di verificare, analizzando i dati del satellite PAMELA, un antico argomento mai risolto pienamente: l’eventualità che Giove, pianeta dotato di una potente magnetosfera, possa essere un generatore di particelle cariche energetiche.
I rivelatori a barre risonanti. Il funzionamento dei rivelatori a barre risonanti, come Explorer, operativo al CERN grazie al supporto dell’INFN, Nautilus ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN e Auriga ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, si basava su grandi masse (appunto, le barre) metalliche opportunamente isolate dalle vibrazioni esterne. Le deformazioni dello spaziotempo causate dal passaggio di un’onda gravitazionale avrebbero dovuto eccitare le frequenze di risonanza meccaniche della barra e quindi venire rivelate. Questo meccanismo si rivelò non sufficientemente sensibile per poter captare le onde gravitazionali, ma l’importanza di questi esperimenti per il progresso della ricerca sulle onde gravitazionali fu enorme. Sui loro risultati, infatti, si basarono Adalberto Giazotto e Alain Brillet per elaborare la proposta di costruire un rivelatore di onde gravitazionali basato invece sull’interferometria, Virgo. Assieme ai rivelatori statunitensi LIGO, Virgo ha contribuito alle scoperte delle onde gravitazionali e alla nascita dell’astronomia gravitazionale dell’astronomia multimessaggera. Per questi loro fondamentali contributi alla ricerca sulle onde gravitazionali, nel 2016, la Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (SIGRAV) assegnò la Medaglia Amaldi a Guido Pizzella e Adalberto Giazotto.