L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e il Deutsches Zentrum für Astrophysik (DZA) hanno siglato una lettera di intenti per l’avvio di una collaborazione che punti a rafforzare le attività di ricerca e sviluppo tecnologico sul progetto Einstein Telescope (ET). L’accordo è stato firmato lo scorso venerdì 6 dicembre a Roma, nella sede della presidenza dell’INFN, dal presidente dell’INFN Antonio Zoccoli e dal direttore del DZA Günther Hasinger.
L’obiettivo di ET è costruire nei prossimi anni in Europa una grande infrastruttura di ricerca sotterranea che ospiterà il futuro rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione. Per le prospettive che potrà aprire in termini sia di nuove conoscenze scientifiche, sia di innovazione tecnologica, è ritenuto un progetto di punta a livello internazionale, tanto da essere incluso nella Roadmap 2021 di ESFRI (European Strategy Forum on Research Insfrastructures), l’organismo europeo che indica su quali infrastrutture scientifiche è decisivo investire in Europa.
In quest’ottica, INFN e DZA intendono impegnarsi al massimo per una futura cooperazione, con l’obiettivo di contribuire in modo significativo alle tante sfide di ricerca, sia scientifica sia tecnologica, che un progetto come ET lancerà alla comunità scientifica nei prossimi anni. Più nel dettaglio, la collaborazione tra i due enti riguarderà la caratterizzazione del sito candidato di Sos Enattos, in Sardegna, e del sito tedesco in Lusazia, la cui candidatura per ospitare ET è stata proposta recentemente alla comunità scientifica. Inoltre, l’accordo prevede la realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo congiunti, in particolare nella fase di progettazione dell’esperimento, nella quale verranno studiate entrambe le ipotesi di configurazione del rivelatore, sia quella che prevede la costruzione di due strumenti a forma di “elle” in Sardegna e Lusazia, sia quella di un unico rivelatore di forma triangolare in una delle due regioni.
Infine, i due enti favoriranno lo scambio di ricercatori e ricercatrici tra i due Paesi e organizzeranno seminari e workshop congiunti, oltre a invitare anche altri istituti europei a unirsi all’accordo di collaborazione.