COMUNICATI STAMPA 2024

AL VIA LA IX EDIZIONE DEL PROGETTO INFN LAB2GO

Giornata di avvio del progetto Lab2Go per il 2024

Sono più di 110 le scuole che quest’anno partecipano con un totale di oltre 1000 studenti all’edizione 2024-2025 del progetto dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Lab2Go che oggi, 14 novembre 2024, a partire dalle 15.30, avvia il percorso sulla fisica con l’evento nazionale di apertura. L’evento coinvolgerà studentesse, studenti e docenti di alcune delle 90 scuole che partecipano nello specifico al percorso Lab2Go-Fisica e si terrà in presenza nell’Aula Amaldi del Dipartimento di Fisica di Sapienza Università di Roma per le scuole del Lazio, e online per chi partecipa al progetto Lab2Go-Fisica da altre regioni d’Italia, in particolare, da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria . Durante l’evento saranno presentati il progetto e le sedi INFN che collaboreranno con le scuole partecipanti e si terranno due seminari didattici sulla fisica laboratoriale.

Lab2Go è un progetto per le scuole superiori dell’INFN nato nel 2015 dalla collaborazione di INFN e Sapienza Università di Roma e da allora coinvolge ogni anno sempre più scuole da sempre più città. Per valorizzare l’attività laboratoriale, le risorse e i laboratori delle scuole superiori coinvolte, Lab2Go promuove varie iniziative che vanno dalla riqualificazione delle aree verdi nelle scuole, alla catalogazione della strumentazione presente negli istituti, dall’utilizzo di questi strumenti per condurre esperienze didattiche, all’allestimento di esposizioni rivolte al pubblico e ad altre scuole.

Grazie al supporto delle Sezioni e dei Laboratori Nazionali dell’INFN in collaborazione con enti e dipartimenti universitari, il progetto prevede anche la riparazione della strumentazione non funzionante e la documentazione delle esperienze realizzabili promuovendone la diffusione all’interno della rete di scuole che partecipano al progetto.

Nato nell’ambito della fisica, Lab2Go si è poi sviluppato con altri sei percorsi attivi principalmente in territorio romano: botanica, biologia animale, chimica, museologia, scienze della Terra e robotica. A questi percorsi contribuiscono, come partner di progetto, oltre all’INFN e a Sapienza Università di Roma, il CREA, la SISS (Società Italiana di Storia della Scienza) e le Università di Camerino, Firenze e Milano. In particolare, all’edizione 2024-2025 contribuiscono le Sezioni dell’INFN di Bari, Cagliari, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, Milano, Napoli, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Torino, TIFPA di Trento, Trieste e Udine.

ONDE GRAVITAZIONALI: IL PROGETTO GRAVNET RICEVE UN ERC SYNERGY GRANT

GravnetPI 1Sviluppare, testare e implementare un’innovativa piattaforma sperimentale per rivelare onde gravitazionali ad alta frequenza e scoprire eventi astrofisici ancora inosservati: questo è l’obiettivo del progetto GravNet, che è stato appena finanziato dall’European Research Council con un Synergy Grant da 10 milioni di euro.
A proporre il progetto, della durata di sei anni, una squadra di quattro ricercatori, tra cui il ricercatore dell’INFN Claudio Gatti, provenienti da istituti di tre diversi paesi dell’Unione Europea (Germania, Spagna e Italia), come previsto da questi finanziamenti che mirano a promuovere le collaborazioni scientifiche. I Synergy Grant, infatti, sostengono progetti scientifici così ambiziosi da dover essere gestiti da più gruppi di ricerca che lavorano insieme, condividendo competenze e risorse.
La prima rivelazione di onde gravitazionali realizzata nel 2015 dalle collaborazioni LIGO e Virgo, grazie agli interferometri LIGO negli Stati Uniti, ha inaugurato una nuova era della fisica fondamentale. Da allora, sono stati rivelati quasi un centinaio di eventi di onde gravitazionali prodotte in fusioni di sistemi binari di buchi neri e stelle di neutroni, con una frequenza tra 10 hertz a 10 chilohertz, e addirittura, un segnale a frequenza molto più bassa, nella banda dei nanohertz, cronometrando i segnali radio delle pulsar. Tuttavia, nessun esperimento ad oggi è riuscito a esplorare frequenze più alte, tra i mega e i gigahertz, dove si potrebbero nascondere segnali generati dalla fusione di buchi neri primordiali, dalla materia oscura ultraleggera o da fenomeni violenti in tempi cosmologici primordiali.
Per colmare questa lacuna, GravNet si propone di esplorare questa banda di frequenza con un approccio completamente innovativo: impiegare diverse tecnologie e metodi che si basano su cavità a radiofrequenza in campi magnetici elevati e misurare contemporaneamente i segnali registrati in più rivelatori in tutta Europa. GravNet potrebbe così aprire una nuova finestra nel campo della rivelazione delle onde gravitazionali e rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo.
I ricercatori che hanno proposto e ideato GravNet sono: Matthias Schott, professore dell’Università di Bonn in Germania, Diego Blas, ricercatore presso l’Istituto di Fisca delle Alte Energie (IFAE) in Spagna, Dmitry Budker, professore dell’Università di Mainz Johannes Gutenberg University in Germania, e Claudio Gatti, ricercatore dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN in Italia.


Claudio Gatti è ricercatore in fisica delle particelle e ha lavorato negli esperimenti KLOE, ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN (LNF-INFN) e ATLAS al CERN. Dal 2016 ha introdotto due nuove linee di ricerca ai LNF-INFN: la ricerca dell’interazione tra luce e materia oscura leggera e lo sviluppo di dispositivi quantistici superconduttori. Ha fondato, inoltre, COLD, un nuovo laboratorio di criogenia. Attualmente guida il gruppo di ricerca dei laboratori di Frascati per l’esperimento QUAX, che cerca assioni come potenziali componenti della materia oscura. Gatti coordina anche lo sviluppo di dispositivi superconduttori innovativi, collaborando con università e altri istituti di ricerca.

CIRCA 500 STUDENTESSE E STUDENTI PER IL RADON DAY 2024

collage di foto di studenti e studentesse riunite in varie sedi per il radon Day

In Italia, oltre 500 studenti e studentesse delle scuole superiori partecipano in questi giorni a eventi sulla radioattività organizzati dai progetti INFN RadioLab e ISOradioLAb, con cui l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare si pone l’obiettivo di sensibilizzare le generazioni più giovani sul tema della radioattività naturale e artificiale, attraverso incontri, esperienze sperimentali in laboratorio e sul territorio e iniziative pubbliche. Gli eventi sono realizzati nell’ambito dell’European Radon Day, che si celebra ogni anno il 7 novembre, in occasione dell’anniversario della nascita di Maria Skłodowska Curie, con iniziative in tutta Europa.

Le Sezioni INFN partecipanti sono Cagliari, Cosenza (Gruppo Collegato dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN), Lecce, Milano, Napoli, Padova, Siena (Gruppo Collegato di Pisa) e Torino, ma partecipano anche scuole dalle isole di Lampedusa, Pantelleria, Ischia e San Pietro, che sono seguite dalle Sezioni di Napoli e di Milano. Anche se i singoli eventi si sono svolti nelle diverse sedi in giorni diversi, tutti i partecipanti si sono riuniti online oggi per l’avvio dell’edizione 2024-2025 dei progetti RadioLab e ISOradioLAb e la celebrazione dell’European Radon Day.

Gli eventi prevedono seminari sulla radioattività naturale e artificiale e sulle loro implicazioni, sull’importanza della sensibilizzazione su queste tematiche e in particolare sul gas radon, che tocca da vicino la nostra quotidianità e salute. Oltre a esperti e ricercatori e ricercatrici dell’INFN, sono anche le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al progetto a raccontare in prima persona le loro esperienze.

I progetti RadioLab e ISOradioLAb

RadioLab è un progetto dell’INFN nato nel 2004 e dedicato alle scuole secondarie, principalmente di II grado, che si articola in più anni scolastici. Il progetto si propone di avvicinare le nuove generazioni al tema della radioattività attraverso lezioni ed esperienze di misura diretta in modo che possano discuterne con consapevolezza, comprendendo le implicazioni intrinseche nell’impiego delle radiazioni ionizzanti. Il percorso culmina con una manifestazione in cui gli studenti e le studentesse raccontano alla cittadinanza quanto hanno scoperto, sensibilizzando i partecipanti sul tema della radioattività. 

In Italia il progetto coinvolge dieci Sezioni INFN: Cagliari, Cosenza (gruppo collegato INFN-LNF), Lecce, Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN (Catania), Milano, Napoli, Padova, Siena (Gruppo collegato Sezione di Pisa), Torino e Trieste. Negli ultimi anni il progetto ha assunto una veste internazionale con la partecipazione di scuole dell’Ecuador e dell’Albania che hanno adottato ed esportato la stessa modalità operativa svolta presso le scuole italiane.

Dal 2021 è stato strutturato il nuovo ramo del progetto, ISOradioLAb, dedicato alle isole minori italiane e che in questi due anni ha coinvolto scuole secondarie di I e II grado delle isole Eolie, di Ischia, Lampedusa, Linosa, Pantelleria e San Pietro. ISOradioLAb è un progetto rivolto esplicitamente alle scuole delle isole minori proprio per dare agli studenti e alle studentesse che le abitano quelle stesse opportunità di partecipazione, interscambio e coinvolgimento nella realizzazione di progetti proposti da università e centri di ricerca che hanno i loro coetanei che vivono sulla penisola italiana, nell’ottica di superare le naturali difficoltà legate alla differente collocazione geografica.

G7, DA GRANDI INFRASTRUTTURE DI RICERCA SPINTA A CRESCITA ECONOMICA E INNOVAZIONE

G7 CONFERENZA 2024Misurare l’impatto delle infrastrutture di ricerca, ottimizzare gli investimenti con una distribuzione equa delle risorse e valorizzare le tecnologie emergenti, come le tecnologie quantistiche e l'intelligenza artificiale. Sono questi i temi al centro del report G7 Large Research Infrastructures. Synergies and Impact on Science and Society, realizzato da TEHA Group su richiesta del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che è stato presentato alla conferenza sulle grandi infrastrutture di ricerca, promossa dal MUR nell’ambito della Presidenza italiana del G7 Scienza e Tecnologia, in corso in questi giorni a Su Gologone, in Sardegna.

Il rapporto esplora, in particolare nel contesto dei paesi G7, il potenziale delle grandi infrastrutture di ricerca nel guidare il cambiamento, valutando le ricadute economiche, scientifiche, tecnologiche, sociali e geopolitiche che questi ecosistemi possono generare. Il rapporto prende in esame 57 grandi infrastrutture, tra le quasi duecento censite. In un trentennio, questi centri hanno già generato un impatto economico complessivo stimato tra i 650 e i 2.400 miliardi di dollari, dimostrando l’importanza di investire in questi ecosistemi. Da sottolineare il ruolo trainante delle grandi infrastrutture nel campo della fisica, dell’ingegneria e dell’energia.

“L'innovazione non è un'opzione, ma una necessità - ha affermato il Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini - Le grandi infrastrutture di ricerca sono il fulcro del nostro impegno per il futuro del pianeta. Stiamo cercando di creare una rete di competenze e strumenti che possano permetterci di affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico e la transizione energetica. L’Italia, insieme ai partner G7, desidera continuare a svolgere un ruolo di primo piano, promuovendo la cooperazione internazionale e sviluppando le competenze necessarie per guidare la ricerca e l'innovazione nei prossimi decenni”.

Secondo il rapporto, il settore sarebbe in grado di generare, nei paesi G7, investimenti annui che potrebbero raggiungere i 15 miliardi di dollari entro il 2041. Il nostro Paese, da sempre con una forte vocazione all’investimento in infrastrutture di ricerca, può quindi attendersi nel futuro un conseguente stimolo alla crescita e all’innovazione.