Il 7 febbraio scorso è venuto a mancare Benedetto D’Ettorre Piazzoli, Direttore della Sezione INFN di Napoli dal 1998 al 2004 e componente della Giunta Esecutiva dell'INFN negli anni 2004-2011, ricoprendo anche il ruolo di Vicepresidente dell'Istituto.
“Benedetto è stato un grande scienziato, sempre curioso ed entusiasta, – ricorda il Presidente dell’INFN Antonio Zoccoli – e una persona di grande umanità e sensibilità, qualità che hanno contraddistinto il suo impegno istituzionale e il suo operato nella Giunta Esecutiva e come Vicepresidente dell’INFN, è stato per me un piacere poter condividere con lui i miei anni nel Consiglio Direttivo dell'INFN”.
Benedetto D'Ettorre Piazzoli era stato professore all’Università Federico II di Napoli ed era uno dei pionieri della fisica astroparticellare.
A partire dai primi esperimenti sotto il Monte dei Cappuccini a Torino con il gruppo di cosmogeofisica di Carlo Castagnoli, D’Ettorre Piazzoli ha studiato a lungo le caratteristiche e le interazioni dei raggi cosmici. Studi proseguiti con l’esperimento NUSEX sotto il Monte Bianco, e quindi con la prima generazione di esperimenti ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Qui concentrò il suo lavoro sulla rivelazione della componente adronica degli sciami atmosferici estesi ideando e realizzando uno dei primi calorimetri adronici per lo studio della fisica dei raggi cosmici nell’esperimento EAS-TOP.
Grazie alla sua grande conoscenza dei rivelatori a gas, con il gruppo INFN dei Laboratori Nazionali di Frascati, ha contribuito a vari esperimenti al CERN, tra i quali FRAMM e ALEPH. Nei primi anni ’90 propose un innovativo esperimento ‘a copertura totale’ per lo studio della radiazione cosmica e gamma ad altissima quota. L’esperimento ARGO-YBJ, realizzato in Tibet a partire dai primi anni 2000, rappresentò il primo esempio di grande collaborazione scientifica tra l’INFN e l’Accademia Cinese delle Scienze, aprendo la strada ai successivi numerosi programmi congiunti. Negli ultimi anni l’attività di ricerca di D’Ettorre Piazzoli è continuata nell’esperimento LHAASO in Cina.
“Con Benedetto abbiamo condiviso una esperienza entusiasmante, l’esperimento ARGO-YBJ, un’impresa difficile in un contesto sconosciuto”, ricorda Michele Iacovacci, suo collega e amico. “La sua idea di installazione ad alta quota di apparati ad alta segmentazione spazio-temporale ha costituito un nuovo paradigma per gli sviluppi di apparati di sciame, sia per lo studio della astronomia con raggi gamma che della radiazione cosmica. Ci mancherà per la sua calma, cortesia e capacità di 'provare e diffalcare la natura dagli impedimenti' di galileiana memoria. Abbiamo condiviso una scienza e un’umanità uniche. Grazie Benedetto”.
“La solidità delle sue conoscenze scientifiche, la sua correttezza e il suo rigore gentile unito a un costante entusiasmo per lo studio della fisica – ricorda il suo collega e amico Giuseppe Di Sciascio – sono stati sempre di grande ispirazione per tutti coloro che hanno lavorato con Benedetto e per i tanti giovani che lui ha formato nel corso degli anni”.
“Benedetto aveva una vasta cultura scientifica e una grande umanità, ha saputo insegnare a fare ricerca a tanti giovani, me compresa, sempre con grande garbo e rispetto”, così lo ricorda Donatella Campana, ricercatrice della Sezione INFN di Napoli. “Era una persona per bene come ce ne sono poche. Era curioso di tutto, non solo della fisica. Ha disegnato fumetti, conosceva il nome di tutti gli alberi del CERN e si divertiva a mostrarli, e aveva una grande passione per i cani, che lo ha accompagnato per tutta la vita. È stato Direttore della nostra Sezione e tutti noi lo ricordiamo con grande affetto per la sua pacatezza e il suo equilibrio”.