Oltre 300 persone provenienti da quarantacinque istituzioni di 9 paesi hanno partecipato alla cerimonia per l’inizio dei lavori di scavo del Jiangmen Underground Neutrino Observatory (JUNO), tenutasi sabato 10 gennaio a Jiangmen, nella provincia del Guandong in Cina. JUNO, a cui l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), sarà un gigantesco rivelatore sotterraneo di neutrini a scintillatore liquido e sfrutterà una tecnologia analoga a quella utilizzata dall’esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.
L’esperimento avrà il compito di studiare la cosiddetta “oscillazione” dei neutrini, quel fenomeno per cui i neutrini, di cui sappiamo esistono tre tipi, “oscillano” mutando da un tipo in un altro. Il rivelatore (da programma) comincerà a prendere dati nel 2020 e dovrebbe rimanere in funzione per altri 20 anni.
“Si tratta di un esperimento ambizioso e molto difficile che ci permetterà di misurare un parametro cruciale della fisica del neutrino: il modo in cui la natura ne ha ordinato le masse”, commentata Fernando Ferroni, presidente dell’INFN, “Questo progetto arricchisce la collaborazione strategica tra INFN e IHEP che si sviluppa già nella fisica degli acceleratori e nello spazio” conclude Ferroni.
“In questa ambiziosa ed affascinante impresa l’INFN partecipa con un ruolo di primo piano”, commenta Gioacchino Ranucci della sezione di Milano e deputy spokesperson di JUNO, “contribuendo con l’esperienza tecnologica e scientifica maturata nella fisica underground presso il Laboratorio del Gran Sasso. JUNO costituisce, in particolare, un coerente proseguimento del pluriennale impegno dell’istituto nel settore delle oscillazioni di neutrino ambito in cui i fisici italiani dell’INFN vantano un ruolo di ruolo di leadership internazionale.
JUNO sarà, assieme a HYPER-KAMIOKANDE in Giappone e LBNF al FERMILAB, a cui partecipa l’INFN, uno dei tre grandi esperimenti con rivelatori giganti di neutrini, prodotti artificialmente in reattori o con acceleratori, che saranno costruiti nei prossimi anni. Della collaborazione JUNO, oltre a Cina e Italia, fanno parte anche Repubblica Ceca, Francia, Finlandia, Germania, Russia e Stati Uniti. (e.c)