Che cosa hanno in comune i biologi molecolari che studiano le sequenze di DNA o la struttura tridimensionale delle proteine a caccia di nuovi farmaci, gli astrofisici che mappano le galassie dell'Universo, i climatologi che misurano come muta la febbre del Pianeta, i fisici delle particelle che indagano la struttura più intima della materia o gli esperti di beni culturali? Hanno tutti bisogno di notevoli risorse di calcolo e di archiviazione dati, per analizzare e condividere all'interno della comunità scientifica la gran mole di dati prodotti nel corso della loro attività di ricerca.
Per questo, è nato "INDIGO – DataCloud" (https://www.indigo-datacloud.eu), un progetto finanziato nell'ambito del programma europeo Horizon 2020 della Commissione Europea e coordinato a livello continentale dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). In questi giorni il progetto ha tagliato un importante traguardo: il rilascio della prima versione di una piattaforma software di tipo Cloud destinata alla ricerca scientifica. Un’infrastruttura di calcolo distribuita e condivisa. Una piattaforma open source flessibile e gratuita, in grado di operare su infrastrutture Cloud sia pubbliche che private, battezzata con l'accattivante nome "MidnightBlue".
«Il nostro scopo - sottolinea Davide Salomoni, Dirigente Tecnologo dell’INFN-CNAF di Bologna e Project Coordinator di INDIGO - è fornire alla comunità scientifica europea strumenti che permettano di fare ricerca in modo più efficace. Una piattaforma che possa rispondere allo stesso tempo alle esigenze di calcolo, elaborazione e archiviazione dati di ricercatori di discipline molto diverse, senza dover riscrivere ogni volta i software da zero, attraverso l’utilizzo comune di funzionalità avanzate fornite dalla piattaforma INDIGO. La nostra attenzione - aggiunge lo studioso INFN - è, in particolar modo, rivolta ai grandi centri di elaborazione dati e alle applicazioni scientifiche sviluppate da esperimenti che sentono maggiormente la necessità di fare rete, sviluppare ed utilizzare servizi innovativi e accedere alle risorse messe a disposizione via Cloud».
Al progetto INDIGO – DataCloud , che coinvolge enti di ricerca, università e aziende, partecipano 26 partner pubblici e privati di 11 diverse Nazioni europee. Finanziato con 11 milioni di euro, è partito ufficialmente nell'aprile 2015 e avrà una durata di 30 mesi. «Il risultato di questi giorni è solo un primo passo - aggiunge Salomoni -. Abbiamo in programma il rilascio di una seconda versione del software nella primavera del 2017. Nelle prossime settimane ci concentreremo sulle applicazioni del software che abbiamo appena reso disponibile. Collaborando con centri di elaborazione dati dentro e fuori l’Italia e con gruppi di ricerca multidisciplinari lavoreremo per la produzione di servizi e applicativi scientifici Cloud che sfruttino le potenzialità del software INDIGO MidnightBlue. Il nostro motto, del resto - conclude lo scienziato INFN -, è migliorare i software per migliorare la scienza».