“Sono così deboli, al limite delle tecnologie di rilevazione, è difficilissimo trovarle”, così Ivo Modena diceva delle onde gravitazionali, poco prima della loro scoperta, il cui annuncio è stato dato esattamente un anno fa, l'11 febbraio 2016. Nonostante ciò Modena aveva accettato la sfida fin dagli inizi. Ivo Modena, scomparso lo scorso 4 febbraio a Roma, ha infatti dedicato lunga parte della sua carriera alla costruzione di rivelatori risonanti di onde gravitazionali, NAUTILUS ai Laboratori di Frascati, EXPLORER al CERN. Modena è stato un brillante fisico sperimentale, un maestro di scienza e di vita per i suoi numerosi allievi, ricercatore dell’INFN e professore alla Sapienza e a Roma Tor Vergata, è stato tra i maggiori esperti di criogenia, il settore della fisica sperimentale delle basse temperature.
“Era una persona gradevolissima”, lo ricorda così Guido Pizzella che nel 1970, con l’appoggio di Edoardo Amaldi, ha costituito il gruppo di ricerca di cui Modena aveva fatto parte. “Ricordo ancora con grande piacere le nostre visite ai gruppi americani per la realizzazione di rivelatori per le onde gravitazionali, – prosegue Pizzella – era molto competente nel suo campo, il suo contributo a EXPLORER e NAUTILUS è stato davvero fondamentale".
Ivo Modena era nato a Rovereto nel 1929. Dopo la laurea in fisica nel 1954 con una tesi sui raggi cosmici, si era trasferito a Roma all'inizio degli anni Sessanta lavorando ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN. Agli inizi degli anni Settanta ha cominciato a collaborare con il gruppo guidato da Guido Pizzella e Edoardo Amaldi, per la realizzazione del primo rivelatore criogenico di onde gravitazionali italiano. Il gruppo ha realizzato EXPLORER, installato al CERN, e NAUTILUS, oggi ai Laboratori Nazionali di Frascati, rivelatori di onde gravitazionali risonanti ultracriogenici. Modena si è occupato non solo di gavitazione, ma anche di raggi cosmici, fisica nucleare e biomagnetismo. Oltre che all’INFN, ha lavorato al CNEN e al CNR. Sposato e padre di cinque figli, Ivo Modena ha raccontato la sua vita di uomo e scienziato nell’autobriografia “Memorie di un fisico con famiglia”.