È scomparso Raoul Gatto, figura di riferimento della fisica teorica italiana del ’900, che ha dato contributi fondamentali alla comprensione delle forze deboli e forti in fisica delle particelle.
“È un giorno di dolore e di memorie per la fisica italiana tutta e, in particolare, quella teorica”, è il commento di Antonio Masiero, fisico teorico e vicepresidente dell’INFN. “E anche per me personalmente, - prosegue Masiero - perché la mia prima esperienza all'estero dopo la laurea è stata proprio nel gruppo di Gatto all'Università di Ginevra, era il 1979”. “Con Raoul Gatto scompare un vero maestro della fisica, nel senso più completo di colui che sa trasmettere la bellezza e la profondità della nostra disciplina e dà vita a una scuola, forma cioè un gruppo di nuovi ricercatori che a loro volta saranno maestri nel loro campo di ricerca”. “La grande scuola degli allievi di Gatto, i cosiddetti ‘gattini’ della fisica teorica, è la testimonianza di quanto fruttuoso e carismatico sia stato il ruolo di Gatto in oltre mezzo secolo”. “Naturalmente per essere grandi maestri bisogna in primo luogo essere dei grandi ricercatori: importanti nel corso degli anni i tanti contributi di Gatto nello studio delle teorie di campo quantistiche, in particolare nello studio delle teorie di gauge delle interazioni nucleari deboli”, conclude Masiero.
Nato a Catania nel 1930, si è laureato nel 1951, sotto la guida di Bruno Ferretti, all'Università di Pisa come studente della Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha iniziato la sua carriera accademica come professore nel 1959 insegnando in varie università, Cagliari, Firenze, Padova, Ginevra, Sapienza di Roma, e avendo tra i suoi allievi Gabriele Veneziano, Guido Altarelli, Franco Buccella, Sergio Ferrara, Giovanni Gallavotti, Luciano Maiani e Giuliano Preparata. Il valore e l’importanza dei suoi contributi alla fisica teorica sono stati rimarcati anche da vari riconoscimenti, tra cui il Premio Nazionale del Presidente della Repubblica e il Premio Enrico Fermi dalla Società Italiana di Fisica con la motivazione: “per i suoi lavori pionieristici nel campo dei decadimenti deboli delle particelle strane e per il suo ruolo di caposcuola in un settore fondamentale della fisica subnucleare”.