Il 2 ottobre è stata inaugurata presso la sede dell’Ambasciata di Italia a Washington una mostra dedicata al celebre fisico italiano Enrico Fermi. L’evento di apertura, in programma per le 18.30 orario locale, prevede l’intervento del presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, del responsabile del museo di fisica della Sapienza Università di Roma e ricercatore INFN Giovanni Organtini, e di Nigel Lockyer, direttore del Fermilab, il laboratorio americano intitolato a Fermi.
La mostra è stata inaugurata in occasione del 75° anniversario della prima reazione nucleare a catena autoalimentata realizzata da Fermi all’Università di Chicago. È organizzata dall’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura a Washington e promossa dall’INFN e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con la fondazione Domus Galilaeana, il museo di storia della fisica della Sapienza Università di Roma, la National Gallery of Art americana, il Fermilab e il Centro Fermi.
“Enrico Fermi, the Pope of Physics”, questo il titolo della mostra, è allestita con alcuni manoscritti e strumenti originali di Fermi provenienti dall’Italia e dagli Stati Uniti. È un’occasione per onorare il più grande scienziato italiano dai tempi di Galileo ribattezzato dai suoi colleghi “il Papa” perché, dicevano loro, era infallibile, e che ha cambiato il nostro mondo con i suoi studi sull’atomo che hanno aperto la strada a innovazioni nel campo della fisica e della tecnologia.
“L’iniziativa seguirà la falsariga delle celebrazioni galileiane già organizzate nel 2014." Spiega l’Addetto Scientifico a Washington Stefano Lami, "si vuole cogliere l’opportunità per presentare l'attuale eccellenza italiana nella ricerca e nell'innovazione, e la stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel campo della scienza e dello sviluppo di tecnologie all'avanguardia".
"La fisica italiana, oggi così brillante, rispettata e competitiva nel mondo, deve una grande riconoscenza al genio di Enrico Fermi." Dichiara Fernando Ferroni, "è stato il creatore di una scuola che ha gettato radici così profonde da permettere di superare i traumi che lo hanno costretto all’esilio e rinascere nel dopoguerra fino al Nobel di Carlo Rubbia e ai successi di oggi."
Nato nel 1901, Enrico Fermi è stato l'unico fisico italiano del ventesimo secolo ad aver raggiunto l'apice della carriera sia come teorico sia come sperimentale. È stato inoltre l'unico a essere autodidatta: quando era adolescente studiava infatti autonomamente libri di calcolo e di fisica generale. Nella prima fase della sua carriera, Fermi e la sua scuola, l'Istituto di Fisica di Via Panisperna, hanno portato la fisica moderna in Italia. Nel 1938 per sfuggire al fascismo ha però dovuto lasciare l'Italia alla volta degli Stati Uniti che ha raggiunto grazie a una tappa a Stoccolma, in occasione della cerimonia di conferimento del premio Nobel per la fisica che ha ricevuto per l'identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti.
In foto, da sinistra, Fernando Ferroni presidente dell'INFN, Nigel Lockyer direttore del Fermilab, Giovanni Organtini direttore del Museo della Fisica della Sapienza Università di Roma, France Cordova direttrice della National Science Foundation, Maurizio Greganti vice ambasciatore italiano a Washington.