FERMI VINCE PER LA QUARTA VOLTA IL BRUNO ROSSI PRIZE

GW170817 Fermi2018Quarta “statuetta” per Fermi Gamma-ray Space Telescope. Il satellite della NASA, dedicato allo studio delle radiazioni più energetiche dell’universo, e che conta su una fondamentale partecipazione italiana, con l'INFN, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), è stato insignito per la quarta volta del Bruno Rossi Prize.
Occasione per darne annuncio, come di consueto, l’annuale congresso dell’American Astronomical Society (AAS) appena conclusosi.
Il Premio Bruno Rossi della High Energy Astrophysics Division è il più ambito nel campo dell’astrofisica delle alte energie e viene dato in riconoscimento di un risultato di grande rilevanza, con particolare riferimento alle ricerche più recenti e originali.
Nello specifico, il premio nel 2018 è andato a Colleen Wilson-Hodge del Fermi-GBM team per "la scoperta di emissione di raggi gamma coincidenti con le onde gravitazionali prodotte dalla coalescenza di stelle di neutroni. Questo ha permesso di confermare che i gamma-ray burst ‘corti’ sono prodotti dalla coalescenza di stelle di neutroni e di attivare una campagna di osservazione multimessegner mondiale”.
“Oltre che al GBM – osserva Patrizia Caraveo, responsabile INAF per la missione - il premio Bruno Rossi 2018 è un riconoscimento agli sforzi della comunità astronomica che si è impegnata a fondo nella ricerca delle controparti elettromagnetiche delle onde gravitazionali. Mentre il LAT era spento nel momento della rivelazione del segnale visto dal GBM (il satellite stava entrando nella South Atlantic Anomaly e il LAT viene spento prima del GBM), gli astronomi non si sono fatti cogliere impreparati. Grazie alle strategie osservative ottimizzate nel corso degli ultimi anni, INAF è stato in prima fila nello studio della controparte, sia con dati di telescopi a Terra, sia con osservazioni dallo spazio. Non dimentichiamo il ruolo importantissimo giocato da Integral e, più tardi, da SWIFT. Spero che, alla prossima occasione, anche il LAT, insieme al nostro AGILE, possano partecipare alla caccia".
Con questo premio la missione Fermi, che proprio quest’anno festeggia il suo decennale, ha collezionato ben quattro Bruno Rossi Prize.
I tre premi precedenti (https://head.aas.org/rossi/rossi.prize.html) hanno riconosciuto risultati ottenuti utilizzando dati del LAT (Large Area Telescope) di cui due per merito del team LAT e dei suoi membri (premio al team del LAT e premio a Roger Romani e Alice Harding) e uno per merito di ricercatori esterni ai team (premio a Finkbeiner et al). Il premio di quest’anno va invece al team che gestisce il GBM (Gamma-ray Burst Monitor), fondamentale strumento per lo studio dei lampi gamma e dei fenomeni transienti nell’Universo.
“Il quarto premio Bruno Rossi a una sola missione è un risultato senza precedenti”, commenta Elisabetta Cavazzuti, responsabile per ASI della missione Fermi e attuale Analysis Coordinator della collaborazione Fermi-LAT. “Di particolare rilevanza tra essi è quello assegnato a ricercatori che non sono parte dei team LAT e GBM. I dati di Fermi sono pubblici appena toccano terra, gli scienziati dei team devono controllare gli strumenti, sviluppare il software per l’analisi dati e la loro disseminazione e in contemporanea produrre lavori scientifici di alto livello. Tutto in parallelo ai loro colleghi non membri dei team che devono essere messi in condizione di usare i dati di Fermi nel miglior modo possibile. La vincita del premio da parte di questi ultimi è anche un riconoscimento al lavoro fatti dai team e alle Agenzie che hanno saputo mettere a disposizione di tutti un lavoro di oltre 20 anni. Centri come lo Space Science Data Center dell’ASI sono stati critici in questa disseminazione e supporto agli scienziati di tutto il mondo. Per una Agenzia questo è un ritorno enorme dei fondi e tempo investiti e dimostra come il lavoro portato avanti dall’ASI non sia fatto per pochi ma per tutta la comunità”.
“Siamo sempre più intrigati dalle potenzialità che l’osservatorio Fermi continua a offrire nell’aprire nuovi percorsi di scienza e nell’unire comunità diverse” aggiunge Luca Latronico responsabile INFN per la missione Fermi. “Siamo orgogliosi che proprio i continui sforzi della nostra collaborazione nella progettazione, integrazione e operazione del satellite consentano a una vastissima comunità scientifica di allargare l’orizzonte delle nostre conoscenze. Questo quarto premio Rossi riconosce a Fermi il suo ruolo chiave nelle osservazioni dei lampi gamma, testimoni di cataclismi cosmici di grande rilevanza per la comprensione dell’evoluzione dell’Universo. E riconosce soprattutto la continua capacità della collaborazione Fermi di consolidare interessi comuni tra settori scientifici storicamente distinti. Questa volta, infatti, premia l’incontro tra la moderna comunità astrofisica, rappresentata in tutte le sue lunghezze d’onda, e gli osservatori astroparticellari degli altri messaggeri, dai neutrini ai raggi cosmici, diretti dalle magistrali osservazioni degli interferometri di onde gravitazionali”.
In particolare, le tre aree, a guida italiana, che hanno contribuito a rendere possibili questi risultati sono: lo strumento LAT, di cui la comunità italiana ha costruito il Tracker; il coordinamento delle analisi, con circa metà dei coordinatori dei Science Group che sono italiani e un LAT Analysis Coordinator italiano ogni 2 anni [Nicola Omodei (INFN), Gino Tosti (Uni PG), Luca Latronico (INFN), Luca Baldini (Uni Pisa), Elisabetta Cavazzuti (ASI)]; infine l’infrastruttura di sviluppo software (con un cruciale contributo del Space Science Data Center dell’ASI) e il monitoring dello strumento e della qualità dei dati, gestita da italiani e di responsabilità INFN.

 

 


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