È scomparso il 23 gennaio il fisico dell’INFN Pio Picchi, eminente personalità scientifica, riconosciuto per il suo fondamentale contributo nella realizzazione dei rivelatori innovativi ad Argon, che caratterizzano l’unicità di ICARUS, l’esperimento per lo studio dei neutrini guidato dal premio Nobel Carlo Rubbia.
Nato nelle Marche nel 1942, Pio Picchi si è laureato in fisica all’Università La Sapienza di Roma. Le sue ricerche teorico-sperimentali sulla radiazione cosmica nei laboratori sotterranei condotte con il gruppo di Carlo Castagnoli lo portano alla libera docenza e quindi alla nomina di professore ordinario all’Università di Torino. Contemporaneamente partecipa al CERN alla collaborazione FRAMM e all’esperimento NUSEX al Laboratorio Monte Bianco, di cui è stato leader indiscusso, coordinando e seguendo personalmente ogni attività. Negli anni ’80 collabora agli esperimenti Aleph al CERN e LVD ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Verso la fine del decennio ha coordinato al CERN il gruppo di ricerca per lo sviluppo dei rivelatori ad argon liquido ideati da Carlo Rubbia. Ha dunque svolto importanti attività di R&D sui prototipi con elementi nobili Xenon e Argon in fase liquida e gassosa, che oggi rappresentano l’espressione titanica del lavoro scientifico di Pio. Il suo contributo è stato perciò determinante nella realizzazione di rivelatori innovativi per la fisica delle alte energie, in particolare nello sviluppo della tecnologia delle camere a proiezione temporale (TPC) ad argon liquido. Al CERN ha quindi coordinato il lavoro che ha portato allo sviluppo dei primi prototipi di TPC fino alla realizzazione del grande rivelatore ICARUS T600, tuttora la più grande TPC ad argon liquido mai realizzata, che ha operato dal 2010 al 2014 ai Laboratori del Gran Sasso e che ora è stato trasportato negli Stati Uniti al Fermilab per essere impiegato nel prossimo progetto SBN che indagherà sull'esistenza di un nuovo neutrino inizialmente ipotizzato da Bruno Pontecorvo. Il successo di ICARUS e della sua tecnologia, che permette la comprensione e la visualizzazione accurata di eventi d'interazione di neutrini, ha dischiuso la possibilità di realizzare il prossimo gigantesco rivelatore ad argon liquido DUNE che permetterà di svelare altri segreti del neutrino, dimostrando così l'importanza e la vitalità di questa linea di ricerca così tenacemente perseguita da Pio Picchi.
Grazie alla sua riconosciuta esperienza e professionalità Pio Picchi è sempre stato un importante punto di riferimento scientifico non solo per i colleghi ma anche per la formazione e la crescita professionale dei ricercatori più giovani, e la sua fantasia e il suo entusiasmo contagioso mancheranno a tutti coloro che hanno avuto la fortuna condividere con lui il lavoro di ricerca.