Nel marzo del 1989, al CERN di Ginevra, un giovane informatico inglese presenta al suo supervisore una brillante soluzione per condividere le informazioni. Lui si chiama Tim Berners-Lee e il suo progetto è il World Wide Web.
"Come spesso succede alle grandi invenzioni, - sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell'INFN - il web era stato pensato per scopi molto più limitati di quelli per cui ha poi trovato applicazione: voleva essere un sistema di condivisione della documentazione scientifica prodotta in formato elettronico. Invece, in 30 anni, il web, nato dalla comunità dei fisici delle particelle, ha rivoluzionato la quotidianità di milioni di persone, cambiando per sempre la società e l’accesso all’informazione".
“Sembra strano ma all’inizio la proposta non suscitò grande entusiasmo, nemmeno tra la comunità cui era indirizzato, - racconta Gaetano Maron, direttore del CNAF, in centro nazionale di calcolo dell’INFN - ma tre fattori lo hanno poi trasformato nel giro di pochi anni in una delle invenzioni che più hanno avuto impatto sulle società e sulle nostre abitudini”. “La tecnologia delle reti informatiche che permetteva potenzialmente di mettere in comunicazione centinaia di milioni di calcolatori distribuiti su tutto il pianeta; il browser che forniva all’utente un’interfaccia gradevole e semplice per navigare; e i motori di ricerca che consentivano di fare ricerche su tutta l’informazione messa in rete in modo selettivo e velocissimo: sono queste tre caratteristiche ad aver fatto del web un successo globale”, conclude Maron.
Perché nasce il web
Per rispondere alle esigenze di condivisone dell’informazione nella comunità della fisica delle particelle, Sir Tim Berners-Lee, un ingegnere informatico che lavorava alla Divisione IT (Information Technology) del CERN propose un software di gestione distribuita dell’informazione scientifica (“Information Management: a proposal”) che comprendeva anche i protocolli di comunicazione per poter scambiare documenti in una rete di calcolatori (html e http). Questo insieme di programmi e protocolli di rete prenderà il nome di World Wide Web. Il web quindi era orientato a una comunità di esperti, ma Berners-Lee è riuscito a progettare un sistema di tipo universale e assolutamente generico che poteva essere applicato ad ogni esigenza e ad ogni tipo di calcolatore.
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con:
Antonia Ghiselli, ricercatrice INFN e CNAF
Gaetano Maron, direttore CNAF
Lorenzo Chiarelli, ricercatore GARR
modererà Matteo Franchini, ricercatore della Sezione INFN di Bologna, in diretta dal CNAF di Bologna.