PESCE D'APRILE
La materia oscura non esiste, perché il protone è più pesante di quanto si pensasse. La nuova definizione del chilogrammo ha risolto uno dei più grandi misteri della fisica contemporanea, quello della massa mancante dell’universo. Tutte le stime finora effettuate fornivano un valore per la massa totale dell’universo decisamente inferiore a quello determinato sulla base degli effetti gravitazionali. La differenza è stata attribuita per lungo tempo a una forma di materia, la materia oscura, invisibile e diversa da quella ordinaria che è formata perlopiù dai protoni e dai neutroni dei nuclei atomici. Da alcuni decenni è in corso nei laboratori mondiali di fisica una febbrile caccia alla materia oscura, che ora i fisici possono smettere di cercare.
Come è stato annunciato lo scorso autunno, dal 20 maggio prossimo, il cilindro di platino-iridio conservato nell'Ufficio Internazionale Pesi e Misure di Sèvres (Francia), che fino ad oggi ha rappresentato la massa del chilogrammo, andrà in pensione. Il nuovo chilogrammo non consisterà più in un campione materiale e sarà definito a partire da una costante fondamentale della fisica, misurata con grande accuratezza, la costante quantistica di Planck. Grazie a questa nuova, e più precisa, definizione dell’unità di misura della massa, il chilogrammo è leggermente cambiato. Di pochissimo, a dire il vero: di una quantità irrilevante a ogni fine pratico (non buttate le vecchie bilance, quindi!), ma che può fare la differenza nella fisica dell’universo, dove i numeri sono molto grandi. Questo è quello che ha scoperto la collaborazione internazionale Fishy, a cui l’INFN dà un contributo fondamentale, che ha combinato competenze cosmologiche e metrologiche per ricalcolare la massa dell’universo visibile, usando microscopici bilancini ottimizzati per pesare protoni. Gli scienziati hanno mostrato che il piccolo aumento di massa del protone, conseguente alla ridefinizione del chilogrammo, moltiplicato per i 1080 protoni che compongono l’universo visibile, spiega finalmente, e in modo elementare, l’enigma che arrovellava i fisici da decenni. La materia mancante, o oscura, dell’universo, per la quale sono state proposte centinaia di spiegazioni teoriche ed eseguiti altrettanti esperimenti, verrà buttata a mare.
“Tutto l’universo è composto unicamente della cara, vecchia, solo un po’ più grassa, materia normale, formata dagli atomi che noi tutti conosciamo” dichiara Antonio Masiero, vice-presidente INFN, e aggiunge: “speriamo che questo aumento di massa non faccia aumentare il costo del pesce al mercato!”