Il 22 agosto 1913 nasceva, a Marina di Pisa, Bruno Pontecorvo, un grande fisico italiano, il padre riconosciuto della fisica del neutrino. Alla sua figura saranno dedicati due convegni, uno a Roma , in aula magna all’Università La Sapienza, l’11 e il 12 settembre organizzato da INFN, le tre università di Roma, GSSI, SIF, SISSA, CNR, ASI . Vi parteciperanno, tra gli altri, il premio Nobel Jack Steinberger, l’ex presidente dell’INFN, del CNR e ex direttore generale del CERN, Luciano Maiani, il direttore della ricerca del CERN Sergio Bertolucci, Carlo Rubbia e la presidente della Società Europea di Fisica Luisa Cifarelli. La seconda conferenza si terrà a Pisa dal 18 al 20 settembre all’Università di Pisa. Vi parteciperanno, tra gli altri, il presidente dell’INFN Fernando Ferroni, Ettore Fiorini (premio Pontecorvo a Dubna), l’ex direttore dei Laboratori del Gran Sasso Lucia Votano. Pontecorvo verrà ricordato anche al congresso della Società italiana di fisica che si terrà a Trieste dal 23 settembre. Ferroni ricorda così Bruno Pontecorvo: “un cittadino del mondo con una laurea e una formazione scientifica in Italia : Normale di Pisa e quindi con Fermi a Roma, il più giovane, il cucciolo dei ragazzi di via Panisperna. Poi in Francia con Joliot all’istituto del Radio, negli Stati Uniti dove si occupa di ricerca di petrolio con tecniche di carotaggio neutronico, in Canada dove partecipa alla messa in opera di un reattore nucleare a acqua pesante, in Inghilterra (dove diviene cittadino inglese ) e poi l’Unione Sovietica , il punto oscuro di questo peregrinare”. Ferroni ricorda le sue intuizioni folgoranti: “suggerisce l’idea dell’universalità delle interazioni deboli, si interessa di neutrini e di metodi radiochimici per la loro rivelazione, suggerendo il metodo basato sulla trasmutazione di Cloro in Argon con emissione di un elettrone. Concepisce l'idea che il neutrino associato ai mesoni mu sia diverso da quello elettronico. Ha una intuizione del fenomeno delle oscillazioni sia pure in forma diversa da come poi sono state osservate. Fosse vissuto in occidente avrebbe partecipato e probabilmente diretto i due esperimenti che poi valsero il premio Nobel agli autori. Nel paese dove aveva scelto di vivere questo non era possibile”. (e.c.)