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ACCORDO QUADRO CNR-INFN

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Il CNR e l’INFN hanno siglato un Accordo Quadro per promuovere e sostenere la collaborazione dei due enti nelle attività e nei programmi di ricerca e formazione comuni nell’ambito della fisica nucleare, subnucleare, astroparticellare e delle loro applicazioni.In particolare si intende promuovere un approccio integrato delle due comunità scientifiche per supportare e coordinare la partecipazione congiunta ai bandi del nuovo programma quadro della Comunità Europea Horizon 2020 e al Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca (ESFRI). L’accordo prevede l’istituzione di un Comitato di Indirizzo che avrà il compito di dettare i termini operativi della collaborazione. Per Fernando Ferroni, presidente dell’INFN “Questo accordo è uno dei passi importanti che necessitano a questo paese per imparare a fare sistema ed essere efficienti nel presentarsi nel modo migliore verso le sfide europee. INFN e CNR collaborano già da tempo in diversi settori, con particolare enfasi sulle infrastrutture di ricerca internazionali per la luce di sincrotrone e la neutronica. Anche nella recente competizione per i fondi premiali del MIUR i progetti condivisi tra i due enti hanno avuto successo. Ci auguriamo che tramite l’accordo quadro la cooperazione già in atto si rafforzi.” Luigi Nicolais Presidente del CNR ha commentato "L’accordo siglato con l’INFN è particolarmente significativo. Rafforza la comune volontà a collaborare in settori ad elevate potenzialità esplorative e applicative quali la fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare. Inoltre conferma l’importanza, per la comunità scientifica italiana, di convergere, pur nel rispetto delle specifiche autonomie, su strategie e obiettivi comuni. Ciò contribuirà a migliorare la capacità di risposta alle grandi sfide comunitarie e al tempo stesso favorirà una più incisiva presenza e partecipazione nei consessi internazionali dove si decidono gli indirizzi della ricerca scientifica europea." (e.c.)

FIRMATO L’ACCORDO PER IL “SUPERMICROSCOPIO” SESAME


È stato sottoscritto ad Amman, in Giordania, il memorandum d’intesa tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e la collaborazione SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East) per la realizzazione di una sorgente di luce di sincrotrone in Giordania, la prima del Medio Oriente. SESAME sarà uno strumento dedicato alle scienze sperimentali: funzionerà come un potentissimo microscopio e avrà applicazioni in vari ambiti, dalle scienze della vita, ai beni culturali, alle nanotecnologie.
L’accordo è stato siglato in occasione dell’11° meeting di SESAME, che si è appena concluso, durante il quale è stato proposto a Giorgio Paolucci, dirigente di ricerca di Elettra Sincrotrone Trieste, il ruolo di Direttore Scientifico del progetto.
A SESAME, cui partecipano scienziati di Autorità Palestinese, Bahrein, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Pakistan e Turchia, l’Italia contribuisce attraverso l’INFN ed Elettra, che forniranno alcune componenti dell’acceleratore e avranno il compito di formare il personale nei propri laboratori.
“La firma dell’accordo e l’incarico di responsabilità offerto a Paolucci - sottolinea Fernando Ferroni, Presidente dell’Infn - rafforzano la collaborazione tra il nostro Paese e SESAME, un progetto che, al di là della sua validità scientifica, è significativo per la funzione che riveste nel costituire un terreno di incontro tra nazioni spesso molto distanti”.  
La partecipazione italiana alla realizzazione di SESAME si concretizza anche attraverso un finanziamento da 1 milione di euro per l’anno 2013 accordato dal MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sul Fondo ordinario dell’INFN.

A BUDAPEST LA MOSTRA "ITALIA DEL FUTURO"

Inaugura il 27 novembre a Budapest, presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura, la mostra “Italia del futuro”. L’allestimento itinerante presenta un percorso interattivo alla scoperta delle più importanti innovazioni e eccellenze italiane nel campo scientifico. Un allestimento che guarda al futuro per celebrare il passato, rileggendo l'eredità di secoli di ingegno in ogni campo dell'arte e del sapere attraverso le realtà oggi quotidianamente impegnate a costruire l'Italia che verrà. La mostra è promossa dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con alcune tra le principali realtà di ricerca del nostro Paese, come l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Istituto Italiano di Tecnologia, e la Scuola Superiore Sant 'Anna di Pisa. Con la tappa di Budapest si conclude il tour 2013 che ha visto allestimenti nelle città di Los Angeles, San Francisco e Tokio. Sito web http://www.italiadelfuturo.cnr.it

A FIRENZE LA CONFERENZA EUROPEA MARIE CURIE

mariecurieIl 26 e il 27 novembre Firenze ospita la "Conferenza Europea Marie Curie" a cui sono attesi circa 400 giovani ricercatori provenienti da tutta Europa; l’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Regione Toscana e Commissione Europea. All’evento l’INFN partecipa con due appuntamenti: la “Dynamic lecture” dello scienziato Guido Tonelli (nel pomeriggio del 26) e la Conferenza Dibattito su “Energia, fisica delle particelle, nanotecnologie e fotonica” moderata da Pier Andrea Mandò, direttore della sez. di Firenze. Le Conferenze Marie Curie si svolgono, ogni anno, in un diverso paese europeo, e hanno lo scopo di offrire ai ricercatori un forum di eccellenza per discutere degli avanzamenti della ricerca scientifica. In particolare, l’edizione italiana 2013, rappresenta un’occasione unica per presentare e discutere il programma quadro Horizon2020 ad una audience molto vasta. Dei 400 giovani scienziati partecipanti, inoltre, circa 200 beneficiano delle borse di studio intitolate alla scienziata polacca Nobel per la fisica e per la chimica. (e.c.)

Programma https://mariecurieactions.teamwork.fr/en/programme

LO SPETTACOLARE LAMPO DI RAGGI GAMMA

Dopo sette mesi dal suo avvistamento, il Gamma Ray Burst 130427A diventa protagonista di ben cinque articoli scientifici, pubblicati online il 21 novembre 2013: quattro su Science Express mettono in luce i contributi di Fermi, Swift e Raptor, quello su The Astrophysical Journal Letters lo studio di Nustar.
Era il 27 aprile 2013 quando un’esplosione di luce proveniente da una stella morente in una galassia lontana catturò l’attenzione dei fisici astroparticellari e degli astrofisici di tutto il mondo. L’esplosione, un lampo di raggi gamma (Gamma Ray Burst) chiamato appunto GRB 130427A, è finito subito in testa alle classifiche come l’evento a più alta energia e di più lunga durata del suo genere.
“È senza dubbio un evento da record, - commenta Ronaldo Bellazzini, coordinatore INFN dell’esperimento Fermi - è infatti il Gamma Ray Burst più brillante ed energetico mai osservato finora, ed è anche quello che è durato più a lungo”. Si tratta di un GRB relativamente vicino: le osservazioni mostrano che la sua distanza è circa 3,8 miliardi di anni luce, circa un terzo della distanza media dei GRB osservati finora. I GRB sono le esplosioni più energetiche dell’Universo dopo il Big Bang stesso. Si pensa che i GRB di lunga durata, come quello del 27 aprile, siano il prodotto del collasso di stelle di grande massa giunte al termine della loro evoluzione. I GRB così potenti sono molto rari, ed è la prima volta che possiamo osservarne uno così spettacolare con tanti telescopi a terra e nello spazio, fra cui Fermi, Swift, Nustar e Raptor. “In particolare, gli strumenti a bordo di Fermi - spiega Bellazzini - sono stati cruciali per studiare l’emissione di raggi gamma del GRB. Il Large Area Telescope (LAT) realizzato con il contributo decisivo dei ricercatori italiani, ha continuato a rivelare raggi gamma di alta energia per circa 20 ore, mettendo in evidenza persino un fotone da 95 GeV, il più energetico mai osservato da un GRB”. “L’emissione estesa nel tempo, soprattutto a energie superiori al GeV, è essenziale per capire la fisica degli shock esterni, prodotti quando il materiale espulso dal GRB incontra l’ambiente circostante. Grazie al suo ampio campo di vista, il Gamma-ray Burst Monitor (GBM) di Fermi ha fornito l’allerta iniziale per il GRB, e consentito poi di studiare l’emissione gamma dalle decine di keV alle decine di MeV, mostrando che i modelli teorici attuali potrebbero essere inadeguati”, conclude Bellazzini. Questo nuovo risultato dimostra che Fermi, a più di 5 anni dal lancio, continua a svelare nuove sorprese nel cielo gamma, aiutandoci a comprendere il lato più violento ed energetico del nostro universo.


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